SERENA GAMBA

Senza fine né forma

"Della mia memoria molto evapora, molto si sedimenta. E delle cose del mondo tutto non posso ricordare. Della mia vita ho fatto testamento su di una tela, per poco che sia. È tutta la mia esistenza.”

La mia ricerca si muove intorno al significato di Pittura e delle sue declinazioni in relazione con le altre arti visive e applicate. Le immagini della Storia dell’Arte, svuotate del loro significato originario, vengono rielaborate per far emergere la loro natura essenziale, lontana da forme viziate e precostituite. I generi e i materiali della pittura, le basi del linguaggio parlato e scritto, gli elementi costitutivi del disegno e della geometria vengono condensati in nuove strutture e segni primari, attivando al contempo un processo di negazione e ricostruzione di una nuova immagine. Questi elementi strutturali, siano essi scultorei o pittorici, definiscono un’architettura, un alfabeto visivo, indirizzano e lasciano piena libertà di interpretazione e rielaborazione.

Nei nostri studi io e Alessandro abbiamo trascorso giornate eterne e ore veloci, il nostro incontro è stato indubbiamente dettato da una medesima necessità, da una domanda comune, come arrivare all’essenza della pittura, come tradurre il nostro essere. Domanda che ad oggi, fortunatamente, non ha ancora trovato risposta.

Ogni individuo immagino ricerchi in qualche ambito il senso delle cose, chi nel cosmo, chi nella natura, chi nei numeri, chi nella musica, chi nella pittura, chi queste risposte le trova giornalmente in svariati dettagli.

Ricordo che Alessandro mi disse di ricercare il mio linguaggio e la maniera più intima per tradurre questa necessità.

Questa mostra per me rappresenta un momento fondamentale, un punto di snodo, di un percorso che per entrambi si sta aprendo verso nuove forme e modalità. Il mio interesse verso la memoria e l’oblio si è ampliato includendo segni, cromie più astratte attingendo da quel sé più profondo, in parte sconosciuto o semplicemente inconscio. La parola si alterna al ricordo puro che evapora e lascia spazio ad un eco, un profumo, un suono.

“Senza fine né forma” è il perfetto racconto di fiume che sta prendendo forma man mano che scorre. Probabilmente è in parte la risposta a quella domanda che abbiamo generato e quella risposta che aspettavamo, ma che in fin dei conti, ad oggi ci rendiamo conto non essere più così necessaria.

Serena Gamba