YUNONG WANG | XIN ZHOU

“Fotografia di ragazza. Ho una sua fotografia (…) E’ riuscita molto sincera, di una verità stranamente profonda. La testa eretta, ella cammina fieramente, il braccio destro abbandonato a piombo per il peso della borsa di pelle, la sinistra portata un poco avanti, nel movimento del passo, con la mano sottile anch’essa dimenticata. Tutta la sua vita sembra invece concentrarsi nella volontà di avanzare. Ma dove?”, si chiede Dino Buzzati in uno dei racconti lampo della raccolta pubblicata nel 1955 e intitolata “In quel preciso momento”. Potrebbe intitolarsi così anche la serie di dipinti di Xin Zhou (Pechino, 1973), che utilizza le fotografie come punto di partenza per le sue opere: anche alla pittrice cinese, che oggi vive in Germania, a Dusseldorf, interessa cogliere “in quel preciso momento”, sotto quella precisa luce, in quella precisa situazione un frammento di realtà quotidiana, sottraendo persone e oggetti a quell’inarrestabile flusso di immagini che caratterizza i nostri tempi pieni di affanno.

Dove vanno le donne protagoniste delle sue tele? Si affrettano, solitarie, lungo una strada cittadina sferzata dal vento (Im Regen, 2020), cercano riparo sotto l’ombrello in una serata piovosa (Regnerischer Abend, 2022), ciascuna stringendo nella mano una borsa o un sacchetto, mentre il velo scintillante dell’acqua delle pozzanghere e dell’asfalto bagnato, riflettendo le luci del semaforo, delle auto, delle insegne dei negozi, avvolge le loro figure in un turbine vibrante di bagliori bianchi e colorati. Nati in questi ultimi anni segnati dalla pandemia, queste scene urbane alludono forse alla resilienza dell’individuo che, nonostante tutto, trova la forza per proseguire per la sua strada; l’artista, con la sua pennellata rapida ma precisa, riesce a scoprire nella pioggia battente momenti di grazia e di rara bellezza. La sfocatura è lo strumento che permette a Xin Zhou di dissolvere quello che circonda il soggetto fino alle soglie dell’astrazione e di concentrare i nostri occhi sul dinamismo della figura in movimento.

Osservando queste “istantanee dipinte”, questi momenti effimeri riportati fedelmente e con cura affettuosa sulla tela, si ha l’impressione di avere già visto le situazioni raffigurate e si è portati a completare il racconto mettendoci un po’ del nostro vissuto. Con chi sta parlando la donna che cammina con il cellulare all’orecchio? Chi sta aspettando la ragazza dagli occhiali scuri che siede sola al tavolino di un bar nel dipinto Strassencafé? Lui verrà o non verrà? Come insegnano i maestri di Xin Zhou, ovvero i pittori tedeschi Gerhard Richter e Konrad Klapheck, la pittura deve mantenere qualcosa di inafferrabile: quello che non conosciamo, l’ignoto, il mistero, ha un fascino irresistibile.

La ragazza intenta nella lettura che vediamo nel dipinto Lesende fa invece parte di una serie di opere che vede impegnata l’artista da diversi anni. Il motivo ha una lunghissima tradizione, che spazia da Jan Vermeer (Donna che legge una lettera davanti alla finestra, 1657) a Pierre-Auguste Renoir (La lettrice, 1875-1876), allo stesso Gerhard Richter (La lettrice, 1994).

Rispetto a Vermeer, la situazione nelle opere di Xin è radicalmente mutata: la ragazza, in posa rilassata, seduta su una sdraio in un giardino fiorito, al sole, sta leggendo non una lettera, che è un testo unico, irripetibile, scritto a mano, con un preciso messaggio riferito al destinatario, ma un romanzo, stampato in milioni di copie, simbolo dell’epoca in cui non solo i testi, ma anche le immagini possono essere replicate all’infinito. Xin le affianca un intenso ritratto di uomo: anche in questo caso l’attenzione del soggetto è concentrata non su una lettera, ma su un giornale, davanti a una tazza di caffè fumante.

La stessa volontà di catturare l’attimo perfetto caratterizza anche la pittura di Yunong Wang (Dalian, 1969), ma nelle sue tele si respira una maggiore quiete, un silenzio tranquillo che invita alla contemplazione del bello che ha le sue radici nella tradizione dell’antica pittura cinese. L’artista ritrae una panchina solitaria in un angolo assolato di un parco pubblico (Sitzbank in der Sonne, 2020), o si sofferma sulle ombre che si allungano sul prato mentre, nella luce già radente di un sole nascosto, le anatre becchettano tra l’erba (Schlosspark Benrath, 2022). L’avvicendarsi delle stagioni, simbolo delle diverse età della vita, è tematizzato negli scorci con giardini fioriti (Im Garten, 2022), in vedute di viali ricoperti di foglie secche nell’incipiente autunno (Herbstlicher Weg, 2020) e in immagini di tronchi d’albero abbattuti (Der Baumstumpf, 2021). Oasi di pace per l’anima e per gli occhi, le sue composizioni inseguono le variazioni della luce e del cielo ed esaltano la struttura geometrica dei paesaggi, con prospettive accentuate che accompagnano lo sguardo verso il centro della tela.

Luce e sentimento sono la sostanza di cui si nutre un gruppo di marine colte in giornate pienamente estive, nelle quali l’artista celebra la comunione con la natura presentando scene quotidiane di intimità della famiglia: l’attenzione premurosa di una madre per il suo bambino, un barboncino che gioca sulla battigia e un bimbetto che si accinge con passo baldanzoso ad affrontare il mare e le sue onde. Tele infuse di luce e di vitalità che offrono agli occhi momenti di esistenze serene: l’opera non si impone allo sguardo ma si offre come un respiro leggero, un momento di viaggio mentale al di fuori di un mondo turbolento.

Le candele di Xin Zhou (Hoffnung) e il mazzo di fiori di Yunong Wang (Tulpen) cantano gioie semplici ed effimere, che hanno però il potere di rischiarare l’avventura umana con la speranza di una rinascita.

Licia Spagnesi

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