In questo tempo testimone di paure ed insicurezze, l’Arte si fa carico delle nostre difficoltà impedendo loro di limitare la nostra capacità di indagare, comprendere e amare.
Da questo messaggio di speranza nasce DD Project: uno spazio espositivo dedicato ad opere d’arte di grandi maestri e giovani pittori già affermati nel panorama internazionale.
Tra gli artisti ospitati troviamo Salvo, Jan Knap, Jean-Frédéric Schnyder, Aron Sverrisson e Konrad Klapheck, la cui opera Das Rätsel der Weiblichkeit sarà protagonista della mostra.
Addentrandosi tra vuoto e colore, lo spettatore entra in un sistema complesso, un luogo non solo fisico ma anche mentale: lo spazio delimitato dalle tele.
Come in un’abitazione dalle molteplici sale, le opere esposte sembrano stanze: ognuna è arredata secondo il gusto del creatore, e unita alle altre dalla passione e dalla dedizione coinvolta degli artisti.
Come suppellettili o elementi d’arredo, i soggetti rappresentati abitano questa complessità, componendo un mosaico di dettagli in cui le opere hanno un nome preciso ed un significato immediato, ma non si tratta di mere rappresentazioni: trascendono la forma fisica, verso una ricerca intellettuale di emozioni e sentimenti. L’ospite entra in un mondo terreno ricco di connotati ideali e surreali: i soggetti delle tele, araldi del microcosmo poetico degli autori, risultano evocativi oltre che descrittivi.
Esperienze e storie diverse giungono al comune obiettivo di dare voce ad una pulsione vitale e imprescindibile,
che prende forma in Arte; ed è lo stesso fine che la galleria mira a raggiungere: la volontà di mostrare questa spinta energizzante ne ha guidato i passi tra le sconnesse vie del centro di Varese. La galleria si fa promotrice di una rinascita e di una divulgazione culturale, diventando portavoce di un messaggio di speranza; con gli occhi già verso il futuro, come è tipico del suo ruolo di punta più avanzata della ricerca intellettuale, può mostrare che il Bello e il Vero esistono sempre e comunque, e le difficoltà non devono limitare la nostra capacità di indagare, comprendere, amare.
Sono latori di questo messaggio gli artisti in cui, forse, la galleria nel corso degli anni ha visto espresse nella
maniera più coerente le proprie istanze: Konrad Klapheck, Jan Knap, Salvo,
Jean-Frédéric Schnyder e Aron Sverrisson.
Le opere in mostra, selezionate per la forte energia ed il dinamismo che incarnano, sono frutto di una visione
intensa del mondo; l’ideale che ne sorregge il concetto è a tal punto interiorizzato che gli artisti arrivano ad identificarsi totalmente nel loro lavoro. È in prima istanza il processo creativo, come compresenza di ingegno e tecnica, la motivazione che spinge a produrre, in una ricerca coinvolgente; è nella quête che trovano la loro identità, al punto da sacrificare, talvolta, gran parte della loro vita privata, per sottometterla all’Arte.
Un importante fil rouge unisce le opere esposte: il senso di vertigine che, con modalità differenti, suscitano nello spettatore, in un gioco di specchi che riflette la realtà e l’animo umano in maniera straniante ed ammaliante. Nell’arte, infatti, incontriamo la suggestione che deriva dal doppio: un’immagine-riflesso della nostra, o di quelle a noi note, che si rivela familiare eppure distante. Nelle tele percepiamo rappresentata la nostra realtà, ma pare nascosta dietro ad una tenda leggera; raffigurati vediamo gli oggetti e i paesaggi che conosciamo e riconosciamo: ma la percezione della distanza dalla nostra esperienza ci spinge ad approfondirne il senso ultimo.
Dalle geometrie severe e inquietanti di Sverrisson al romanzo di una vita d’Amore di Klapheck, dal dettaglio di una stazione di un piccolo paese della Svizzera di Schnyder, passando per la bucolica e luminosa religiosità di Knap, fino all’immensità dell’alba di Salvo, in grado di avvolgere tutto il mondo, gli artisti ci prendono per mano, per mostrarci la loro chiave di lettura della realtà, caratterizzata da un vigore endemico e inesauribile, adatto ad affrontare le difficili situazioni che l’oggi ci pone di fronte.
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